L’Italia si aggiudica il quinto posto nella classifica relativa ai brevetti registrati in Europa tra il 2011 e 2020 relativi alle tecnologie innovative per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, quello verde in special modo.
Lo studio, condotto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) e dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), ha preso in considerazione i brevetti registrati a livello globale legati all’intera catena del valore dell’idrogeno, dalla produzione, lo stoccaggio, la distribuzione e gli usi finali; in questi nove anni (2011-2020) solo Germania, Francia, Paesi Bassi e Danimarca hanno fatto meglio del nostro paese.
Nella classifica mondiale, invece, l’Europa è al primo posto per brevetti legati all’idrogeno verde (28% del totale), seguita da Giappone (24%) e Stati Uniti (20%). In leggero aumento Corea del Sud e Cina.
António Campinos, Presidente dell’European Patent Office, ha commentato: “Sfruttare il potenziale fornito dall’idrogeno è un elemento fondamentale della strategia europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ma se vogliamo che l’idrogeno svolga un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di CO2 e nel contrasto al cambiamento climatico, è necessario e urgente innovare una ampia gamma di tecnologie. Lo studio rivela alcuni modelli di transizione incoraggianti tra Paesi e settori industriali, incluso il principale contributo dell’Europa all’emersione di nuove tecnologie dell’idrogeno. Sottolinea inoltre il contributo innovativo delle start-up nelle tecnologie legate all’idrogeno e la loro dipendenza dai brevetti per portare queste invenzioni sul mercato“.