mercoledì, 5 Novembre 2025

Il filo Pittarc alla Biennale di Venezia: la saldatura diventa linguaggio artistico

L’industria incontra l’arte nel Padiglione di Malta alla Biennale di Venezia 2025, dove la materia e la tecnologia della saldatura diventano strumenti di espressione contemporanea. Qualcuno si chiederà cosa possa avere in comune un processo industriale con una forma di espressione artistica, ma il legame è molto più stretto di quanto si possa immaginare. Infondo la saldatura stessa è in maniera intrinseca un processo che mette insieme due parti apparentemente distanti, anche nella composizione fisica.

Allora lo raccontiamo di questo connubio, con la bella storia che porta la firma di un’artista di fama internazionale e anche di un’azienda italiana. Il primo è Arcangelo Sassolino, artista vicentino noto per le sue installazioni che uniscono meccanica, energia e tensione fisica dei materiali. A rendere possibile la realizzazione del suo lavoro è stato il contributo tecnico di Pittarc, marchio del Gruppo Pittini, che ha fornito il filo per saldatura ad arco S2Si, diametro 4,0 mm, impiegato come elemento costruttivo e simbolico al tempo stesso.

L’opera, ispirata alla “Decollazione di San Giovanni Battista” di Caravaggio (1608), rilegge in chiave industriale e contemporanea la drammaticità del gesto contenuta nel dipinto, traducendo il linguaggio pittorico in una scultura dinamica di luce e acciaio. Sassolino ha applicato la tecnologia dell’induzione per riscaldare il metallo da 0 a 1500 °C in una frazione di secondo, generando una pioggia di acciaio fuso che squarcia l’oscurità e costruisce, nel tempo e nello spazio, la propria forma effimera.

Il filo come materia e come simbolo

La scelta del filo SAW Pittarc S2Si non è casuale: il materiale, progettato per applicazioni ad arco sommerso in contesti industriali ad alta intensità, garantisce stabilità di fusione, continuità termica e qualità metallurgica costante. In questo caso, le sue proprietà fisiche sono state trasposte dal piano funzionale a quello concettuale.
L’artista ha infatti sfruttato la precisione e la reattività del materiale per costruire un’opera che vive di contrasti: tra calore e buio, potenza e dissolvenza, ordine tecnico e caos visivo.

La Fondazione Gruppo Pittini ha sostenuto l’intervento, riconoscendo nell’iniziativa un’occasione per valorizzare la connessione tra industria e cultura materiale, un dialogo che attraversa la storia del lavoro e dell’innovazione.

Dalla saldatura alla creazione

Dietro la spettacolarità dell’installazione si ritrova l’essenza stessa del mestiere del saldatore: unire, creare, dare forma a ciò che prima era solo potenziale. In fondo, come nel laboratorio industriale, anche nell’atelier di Sassolino la saldatura non è soltanto tecnica, ma atto generativo. Il gesto che fonde, unisce e trasforma diventa linguaggio estetico e simbolico.

L’opera, visibile fino al 27 novembre alla Biennale di Venezia, testimonia come il mondo della saldatura possa estendersi oltre i confini della produzione, affermandosi come territorio di sperimentazione culturale dove la materia tecnica si fa arte, e l’acciaio, da componente industriale, si trasforma in luce.

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