Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il tentativo di allontanamento dalla dipendenza dal gas proveniente dalla Russia, moltissimi paesi europei sono in corsa per cercare di potenziare e diversificare le proprie fonti di energia; alcune grandi società che operano nelle rinnovabili hanno già avviato importanti collaborazioni per verificare la fattibilità della distribuzione di queste energie green attraverso le reti distributive del gas già esistenti (è il caso, ad esempio di Snam con TAP, il Gasdotto Trans-Adriatico).
Sull’argomento è intervenuto anche l’a.d. di Italgas, Paolo Gallo, durante l’Hydrogen Forum organizzato dal Sole 24 Ore: “[La commissione europea] ha confermato il ruolo centrale dell’infrastruttura del gas, non solo per il trasporto ma anche per la distribuzione, sottolineando come l’intero network debba essere pronto in tempi brevi a gestire l’immissione di gas diversi, come il biometano, che ormai è una fonte matura e ampiamente disponibile, e l’idrogeno. Per esserlo, come diciamo da tempo, la precondizione tecnica è la trasformazione digitale di reti e impianti, il vero abilitatore della transizione energetica e in questao caso anche della decarbonizzazione dei consumi e della diversificazione delle forniture. Del resto – ha concluso – come distributori possiamo fare tanto per facilitare e stimolare la produzione di gas rinnovabili. Nel caso del biometano, per esempio, possiamo standardizzare i punti di immissione e investire, come Italgas fa già in massima parte, sulla trasformazione digitale e nei processi di ricerca“.
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