mercoledì, 25 Dicembre 2024

Il saldatore: un mestiere ancora appetibile

Nel terzo millennio, nell’era dell’informatizzazione globalizzata, c’è ancora un mestiere dalle origini molto antiche -si dice che sia nato nel periodo preistorico del calcolitico (o età del rame), databile in Europa nel III° millenio a.c., quando l’uomo primitivo univa i pezzi di metallo da assiemare attraverso la bollitura, mediante cioè l’applicazione di calore e di pressione- che consente facilmente di trovare degli sbocchi occupazionali: questo è il mestiere del saldatore.
Il saldatore è sempre stato considerato un mestiere umile, non richiedendo una grande preparazione culturale ed anche un mestiere ‘sporco’, in quanto porta l’operatore a contatto con pezzi di ferro (o di altri metalli) e utensili di lavoro.
Probabilmente per questi motivi il mestiere del saldatore (che comporta anche un certo impegno fisico) non è mai stato molto appetibile tra i giovani, che -tranne sporadici casi- quando dovevano scegliere il loro percorso formativo iniziale hanno sempre preferito orientarsi verso scuole come i licei o gli istituti tecnici, industriali o com-merciali. Questo nella speranza di riuscire a trovare un domani un lavoro di ufficio, o comunque richiedente un basso livello di manualità.
Per contro se consideriamo l’aspetto retributivo il mestiere del saldatore consente di realizzare buoni guadagni, specie se ci si assoggetta a trasferirsi verso dei siti produttivi, come le officine di prefabbricazione o i cantieri realizzativi di grandi opere, ubicati spesso in parti lontane o scomode del mondo: si pensi ai cantieri per la realizzazione di viadotti costituiti mediante l’assiemaggio di grandi travi saldate (in Fig. 1 è visibile il varo di una sezione del viadotto Serra Cazzola, AG-Italia), o altre opere di carpenteria, come le tensostrutture per la copertura degli stadi (Fig. 2 – Stadio Olimpico di Atene), oppure ancora i siti di assiemaggio dei tubi di grande diametro (un metro ed anche più) che trasportano gas naturale o petrolio, che poi arrivano, dopo le opportune trasformazioni, sino da noi (Fig. 3).
A volte questi cantieri sono ubicati in parti desertiche del pianeta, dove le temperature raggiungono e superano i 50 °C; in tali condizioni diciamo che non risulta particolarmente agevole lavorare sdraiati per terra ai margini di una trincea, dove poi verrà posata la tubazione, per effettuare delle passate di saldatura in posizione sopra testa, che devono garantire anche la piena penetrazione – cioè la fusione dei vertici, in pratica il fondo del cianfrino. In tali situazioni è richiesta una buona preparazione pregressa del saldatore (acquisita tramite corsi di formazione ed esperienza pratica) ed elevate doti di manualità.
Se passiamo a considerare gli aspetti retributivi legati a tali mansioni si può facilmente constatare come un saldatore che effettua tale lavoro, ad esempio nei Paesi arabi, può raggiungere un salario che può oscillare tra 6.000 e 8.000 US$ al mese.
E’ ovvio che non tutti si sentono portati verso tale tipo di professione o sono disposti a sopportare i disagi di tipo fisico che operare in tali parti del mondo comporta.
In tempi però in cui la disoccupazione giovanile è ancora molto elevata (ca. il 40% dei giovani diplomati non riesce a trovare un lavoro in tempi ragionevoli), forse var-rebbe la pena di effettuare qualche campagna di sensibilizzazione nei confronti dei ragazzi delle scuole medie inferiori, allo scopo di renderli edotti delle possibilità che intraprendere il mestiere del saldatore potrebbe offrire loro.
Questo potrebbe indirizzare alcuni ragazzi verso la frequenza di appositi corsi di formazione professionale, evitando in questo modo di andare poi ad infoltire le fila dei giovani disoccupati, se non di determinare degli abbandoni scolastici precoci.
Se poi una persona si accontenta di paghe più “contenute” (però pur sempre interessanti) oppure non vuole assoggettarsi al disagio di lavorare in zone scomode del mondo, si riesce in genere a trovare lavoro presso officine metalmeccaniche, distribuite un po’ ovunque sul territorio nazionale.
Vi sono anche poi dei siti, che non essendo magari proprio sotto casa, risultano comunque un po’ meno scomodi dei cantieri in zone desertiche. Un caso tipico è quello delle navi posatubi o delle piattaforme per la prospezione e l’estrazione di gas natura-le o di petrolio, sparse nel Mediterraneo o nei mari davanti ad altre nazioni (come Norvegia, Brasile, India, Angola, ecc.). In Fig. 4 è visibile la nave posatubi Castoro 6 della SAIPEM.
In questi casi l’assiemaggio dei tubi che trasportano i fluidi energetici non viene fatto a mano ma con procedimenti automatizzati o semi automatizzati. In questo caso comunque la supervisione di un tecnico di saldatura è fondamentale per valutare la corretta esecuzione del procedimento stesso, nonché la sua rispondenza alle normative di qualità applicabili, e se del caso effettuare delle piccole riparazioni che si rendano necessarie.
In conclusione si può affermare che quello del saldatore è un mestiere antico come il mondo, che però è ancora attuale e soprattutto di fondamentale importanza per realizzare manufatti ed opere metalliche che sono inserite nell’ambiente che ci circonda e che ci consentono dei livelli di vita agevoli.

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