giovedì, 3 Luglio 2025

Assemblea UCIMU: il 2024 anno difficile. Atteso miglioramento moderato per il 2025

Il 2024 si è chiuso come un anno particolarmente difficile per l’industria italiana delle macchine utensili, robot e sistemi di automazione, che ha registrato una decisa contrazione di quasi tutti gli indicatori economici di riferimento. È quanto emerso dall’Assemblea annuale di UCIMU-Sistemi per produrre, che ha analizzato i dati consuntivi dell’anno scorso. Il presidente Riccardo Rosa ha delineato, con approccio analitico, un quadro caratterizzato da incertezze, ridimensionamento della domanda e tensioni geopolitiche di ampia portata.

Secondo le elaborazioni del Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU, nel 2024 la produzione complessiva si è attestata a 6.327 milioni di euro, evidenziando un calo del 16,9% rispetto al 2023. La dinamica negativa è stata determinata soprattutto dal drastico ridimensionamento delle consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico, che si sono fermate a 2.054 milioni di euro, con una flessione del 39,5%, trascinate dal crollo dei consumi interni. Il consumo interno, infatti, si è ridotto a 3.707 milioni di euro, segnando un decremento del 36,3% rispetto all’esercizio precedente. In parallelo, anche le importazioni hanno subito una contrazione sensibile, scendendo a 1.653 milioni di euro (-31,8%).

Di segno diverso la performance sui mercati esteri, dove l’export ha segnato un incremento contenuto ma significativo (+1,2%), raggiungendo i 4.273 milioni di euro, nuovo massimo storico per il comparto. Tra i principali mercati di sbocco, gli Stati Uniti si confermano prima destinazione con 629 milioni di euro (+10,9%), seguiti da Germania (365 milioni, +1,6%), Cina (240 milioni, -16,3%), Francia (204 milioni, -17,6%) e Turchia (190 milioni, -10,3%). Da segnalare l’eccezionale crescita dell’export verso l’India (185 milioni, +58,3%) e verso la Svezia (92 milioni, +71,4%). Viceversa, mercati tradizionalmente consolidati come Polonia e Messico hanno evidenziato cali significativi.

Il livello medio di utilizzo della capacità produttiva ha subito un ulteriore ridimensionamento, passando dall’86,2% del 2023 al 77,3% dell’anno in corso. Anche il carnet ordini si è ridotto, attestandosi a 6,5 mesi di produzione assicurata rispetto ai 7,3 mesi dell’esercizio precedente.

Le prospettive per il 2025: ripresa moderata ma fragile

Le stime formulate dal Centro Studi UCIMU per il 2025 indicano un’auspicata inversione di tendenza, seppur all’insegna di una ripresa contenuta. La produzione dovrebbe attestarsi a 6.490 milioni di euro, pari a un incremento del +2,6%. L’export è atteso ancora in lieve crescita (+1%), con un valore stimato di 4.315 milioni di euro. Sul fronte interno, le consegne potrebbero ripartire (+5,9%) attestandosi a 2.175 milioni di euro, sostenute da un graduale recupero dei consumi domestici, previsti a 3.910 milioni di euro (+5,5%). Anche le importazioni dovrebbero tornare in territorio positivo, con un valore previsto di 1.735 milioni di euro (+4,9%).

Le dichiarazioni del presidente Rosa: competitività e incentivi

Nel corso dell’assemblea, il presidente Rosa ha sottolineato la necessità di uno sforzo straordinario da parte delle imprese per difendere la competitività in un contesto reso complesso dall’avvicendarsi di tensioni geopolitiche, guerre commerciali e dinamiche di mercato imprevedibili. “Dopo il difficile 2024, il 2025 dovrebbe darci qualche soddisfazione in più, ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo – ha affermato Rosa – Tutto ciò impone di investire in innovazione, formazione e conoscenza del contesto”.

In particolare, Rosa ha ribadito l’importanza di strumenti di incentivo che possano sostenere la transizione industriale e il rinnovamento tecnologico delle aziende, evidenziando come la Germania sia prossima a varare un piano di rilancio industriale che rischia di accentuare ulteriormente il divario competitivo. “Se la locomotiva tedesca riparte, noi dobbiamo essere pronti e agganciati ad essa per continuare a operare nelle filiere produttive del Made in Germany”, ha dichiarato.

Sul fronte nazionale, UCIMU ha rivolto al governo l’invito a intervenire in tempi rapidi sulla misura Transizione 5.0, sollecitando un’estensione della sua operatività o, in subordine, una riconversione dei fondi disponibili su nuove misure di supporto agli investimenti.

La partita globale: neutralità tecnologica e sfide geopolitiche

Rosa ha rimarcato la centralità del principio di neutralità tecnologica nel processo di elettrificazione dei motori, sottolineando l’esigenza di bilanciare l’impatto ambientale con le ricadute economiche e sociali. “Siamo consapevoli che l’interesse delle nuove generazioni per l’automobile sia diverso rispetto al passato, ma non possiamo accettare il rischio di una desertificazione industriale che impoverirebbe l’intera Area Euro”.

Sul fronte dei dazi, il presidente ha ricordato che gli Stati Uniti hanno rappresentato nel 2024 il primo mercato di destinazione, con oltre 600 milioni di euro di macchine vendute. Rosa ha però espresso preoccupazione per l’incertezza, definita “vero deterrente agli investimenti in tecnologia di produzione”, causata tanto dalle tensioni commerciali quanto dall’instabilità del Medio Oriente.

Un settore che deve imparare a interpretare il cambiamento

In conclusione, Rosa ha invitato le imprese a dotarsi di strumenti interpretativi nuovi, per leggere e anticipare un contesto in continua trasformazione: “La geopolitica è entrata di prepotenza nel nostro quotidiano e nell’attività delle imprese. Dobbiamo attrezzarci per comprendere i fenomeni e confrontarci con istituzioni, colleghi e organizzazioni di rappresentanza”.

Un messaggio che sintetizza le sfide di un settore determinato a riconquistare slancio, consapevole che solo una strategia industriale condivisa e di lungo termine potrà sostenere la competitività delle imprese italiane nel mercato globale delle macchine utensili e dell’automazione.

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