Fabio Targa è stato nominato nuovo presidente di Anasta
Eletto dal Consiglio direttivo, rimane in carica da maggio 2020 a maggio 2023
Padovano, 59 anni, il nuovo presidente di Anasta – l’Associazione nazionale aziende saldatura taglio e tecniche affini, all’interno di Anima Confindustria – Fabio Targa ha maturato le sue esperienze in gruppi multinazionali occupandosi di marketing e vendite, gestione dei rischi industriali, governance d’impresa nei settori dell’IT e manifatturiero meccanico.
Già membro del Consiglio direttivo di Anasta, Fabio Targa è stato amministratore delegato e direttore generale di Fro-Air Liquide Welding Italia SpA ed Etc-Elettrotermochimica SpA, componente di consigli d’amministrazione di società consortili CreiVen (ricerca elettronica), Ecor’iT (RAEE) e membro di Organismi di vigilanza (D.Lgs. 231/01). Attualmente è direttore Ehs Emear di Lincoln Electric, dove segue le problematiche legate ai rischi industriali (sicurezza, ambiente, conformità prodotto, etc.) per le varie società del gruppo in 12 paesi europei.
Il presidente Fabio Targa ha le idee chiare sul programma di presidenza per i prossimi tre anni: «Sarà necessario continuare a portare il contributo di partecipazione, conoscenza, esperienza di Anasta negli enti normativi italiani, europei ed internazionali per quanto concerne l’avanzamento di standard tecnici di settore. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, il settore sta conoscendo un’evoluzione nel mondo dell’automazione e delle soluzioni robotizzate per taglio e saldatura dei metalli, oltre a un’evoluzione tecnologica degli impianti manuali ed automatici anche con utilizzo di nuove capacità di programmazione e IoT: bisogna continuare a diffondere la cultura industriale dei produttori della saldatura e il taglio dei metalli, con particolare riferimento a soluzioni tecnologiche ed innovative per il settore». Puntare all’innovazione con uno sguardo al passato, «preservando e diffondendo l’eredità più che centenaria dei produttori italiani, anche attraverso eventi culturali dedicati».
In questo momento impossibile non fare delle considerazioni sulla crisi scatenata dall’epidemia: «Innanzitutto c’è un problema contingente legato alla gestione dell’operare con il Covid-19 attivo probabilmente per i prossimi 6-18 mesi. Il settore della saldatura ne è ovviamente colpito dato che opera principalmente con clienti che lavorano con commesse nazionali ed internazionali», e nonostante «la maggior parte delle associate abbia sempre continuato a lavorare durante il lockdown, poiché molti clienti utilizzatori operano all’interno delle filiere strategiche (es. oil & gas, attrezzature agroalimentari, recipienti a pressione, etc. ), l’impatto sulla perdita di fatturato è stato pesante; durante i mesi di pandemia potrebbe arrivare a circa il 50% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente».
Il settore della saldatura e taglio dei metalli nel 2019 ha raggiunto 1,2 miliardi di fatturato, di cui oltre il 60% derivati dall’export (dati Ufficio studi Anima).