giovedì, 28 Novembre 2024

Intervista a Marco Laurini, CEO di Laurini Officine Meccaniche

Un percorso già lungo ma una vision tutta improntata alla crescita, perseguita e ottenuta tramite investimenti costanti per l’innovazione dei propri prodotti, dedicati alla posa delle tubazioni, e l’ampliamento di una forza lavoro altamente specializzati.

Sono queste le caratteristiche principali che definiscono il modello di business di Laurini Officine Meccaniche, storica realtà produttiva di Busseto (Parma), come spiega il CEO dell’azienda (e figlio del fondatore) Marco Laurini in questa intervista rilasciata a Pipeline News. 

Come è nata e quali direttrici di sviluppo sta seguendo la vostra azienda?

La società è stata fondata da mio padre nel 1955 e si è sviluppata progressivamente nel corso degli anni, ma possiamo dire che la nostra ‘vision’ prevede una ulteriore crescita. Già lo scorso anno abbiamo fatto il nostro record di fatturato, che superava del 60% il fatturato del 2018. Quest’anno abbiamo raggiunto un nuovo record di ordini e chiuderemo l’esercizio con un ulteriore incremento del 20%. Risultati frutto della nostra capacità di accontentare le richieste di clienti, che vogliono macchine customizzate, grazie ad un efficiente team interno di progettisti cresciuto insieme a me e rafforzatosi negli anni, che ci permette di rispondere velocemente alle esigenze più difficili dei clienti, sbaragliando la concorrenza. Abbiamo dovuto chiaramente adeguare la struttura e l’organigramma, oltre all’ampliamento dei reparti produttivi e alla realizzazione di softwares gestionali su misura per le nostre esigenze. In pratica un continuo investimento in innovazione, ricerca e sviluppo e un incremento del personale sia in produzione e negli uffici.

Che tipo di prodotti e servizi offrire all’industria oil&gas e, soprattutto, al settore delle pipeline?

Principalmente vibrovagli e frantoi per il letto di posa e rinterro di tubazioni. Ma anche trattori semoventi (sia con cingolo acciaio che gomma) da adibire a trattori saldatura, trasporto tubi o comunque veicoli a supporto delle attività di cantiere. Oltre a queste, poi, anche macchine ed attrezzature on-demand per rispondere ad esigenze specifiche

Quali sono i principali punti di forza della vostra offerta?

Direi la flessibilità, l’innovazione costante e l’attenzione alle necessità del cliente.  E, in quest’ottica, anche la capacità di cogliere esigenze e richieste fuori dall’ordinario e di saperle soddisfare.

Potete citare alcuni dei vostri principali clienti e/o progetti recenti in cui siete coinvolti?

Questi sono solo alcuni dei partner con cui abbiamo lavorato: Max Streicher Spa –  TAP (Trans Adriatic Pipeline) – Puglia; Bonatti Spa –  EUGAL –  Germania; Surerus-Murphy – Coastal Gas Link –  Canada; Saipem Spa – Spence Growth Option – Chile; SpieCapag- TransCanada – Canada; Saipem Portugal – Saudi Arabia; World Wide Machinery – USA; Doosan Infracore Europe

In questo momento state sviluppando qualche nuovo prodotto? Di cosa si tratta?

Stiamo sviluppando un innovativo trattore posatubi (‘pipelayer’ in nglese) le cui caratteristiche e funzionalità permetteranno di risolvere molti dei problemi e superare i limiti di lavoro degli attuali trattori posatubi sul mercato, e per il quale abbiamo già ricevuto diverse richieste.

Come ha impattato la crisi del coronavirus sulla vostra attività? E come vedete il prossimo futuro da questo punto di vista?

Se escludiamo il periodo di fermo forzato imposto dai DPCM, non abbiamo avuto particolari conseguenze come azienda. Certamente, a livello globale, il COVID-19 sta influenzando investimenti e rallentando l’assegnazione di nuove opere in ambito oil&gas, dinamica che avrà un impatto anche sulla nostra attività futura. Stiamo comunque lavorando a 360° per limitare o minimizzare possibili problematiche connesse con questa situazione.

I processi di transizione energetica in atto, coinvolgendo direttamente anche l’industria dell’energia e dell’oil&gas, avranno effetti sul vostro business?

Certamente si, anche se riteniamo che il passaggio al “green” non andrà ad eliminare del tutto le tubazioni interrate.

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